SOLO CARTACEO Gli ultimi anni li ricorderemo per non essere stati un periodo propriamente felice. La generazione Goldrake ha testimoniato tristi lutti tra i protagonisti della creazione delle serie storiche e più amate degli anime anni Settanta e Ottanta. Purtroppo è l’amara e ineluttabile legge della vita. In molti hanno pianto per la scomparsa di importanti mangaka e animatori ma le mie lacrime sono uscite copiose alla morte dei due musicisti e compositori più importanti nel panorama degli anime classici e tokusatsu: Shunsuke Kikuchi (aprile 2021) e Michiaki Watanabe, in arte “Chumei” (giugno 2022). Classe 1925 Watanabe, 1931 Kikuchi, entrambi si specializzano nella composizione di colonne sonore e BGM di produzioni cinematografiche e televisive. Questa peculiarità fece sì che la loro figura artistica professionale venisse molto richiesta dalle case di produzione per anime, in particolare per la TOEI e la Tatsunoko, ma non solo. Diventeranno così, negli anni Settanta i compositori degli anime a firma di Go Nagai. Grazie al supporto della Columbia Orchestra, le loro fantastiche Opening ed Ending, trasmetteranno un’impronta inconfondibile di eroismo, per questo a volte riadattate anche per la versione italiana (Jeeg Robot, Ryu delle caverne e Mazinga Z per Watanabe, Starzinger per Kikuchi). Alcune BGM (il commento musicale) divengono addirittura leggendarie e riconoscibili ancora oggi dagli appassionati. Shunzuke Kikuchi e Michiaki Watanabe non sono, per noi italiani amanti di animazione giapponese, nomi qualsiasi. Abbiamo imparato a conoscerli già alla fine degli anni Settanta con l’arrivo di Goldrake. Fu di Kikuchi la composizione della splendida colonna sonora, rivoluzionaria per l’epoca in Italia, che fece da commento alle gesta del primo super robot guerriero sbarcato sui nostri schermi e del suo eroe impavido, l’alieno Duke Fleed. Così come Watanabe firmò il secondo successo mecha nagaiano in Italia, e oggi famoso forse più di Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio. Non erano ovviamente la loro prime composizioni, ma le nostre orecchie ascoltavano per la prima volta quelle sinfonie così cariche di pathos, ma anche di sacrificio e di eroismo, che trasparivano da una sperimentazione musicale che fondeva in modo sublime orchestre e suoni sinfonici a strumenti elettronici e melodie minimali spesso ripetute fino al parossismo. Quello stile così personale, molto differente tra i due, ma capace di stimolare le stesse emozioni, entrò così nel nostro quotidiano e nel nostro vissuto, e non abbiamo timore di dire che i successi di Goldrake, come quello di Jeeg, in Italia furono dovuti anche alle loro musiche, che andarono a comporre, con il resto, un quadro perfetto. Grazie all’arrivo nei primissimi anni Novanta delle produzioni in CD della Columbia Japan gli appassionati hanno potuto iniziare a riappropriarsi di questa straordinaria produzione musicale. Arigato Gozaimasu, per tutte le emozioni che mi avete regalato e che la vostra musica continuerà a mantenere vive. Adriano Forgione


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